Il minigolf partecipativo al Tempio di Serapide chiude gli Art Days Napoli Campania 2022 il 27 novembre.
L’artista autore – Niccolò Moronato, vincitore del concorso Flegreo Contemporaneo bandito da Attiva e Aporema Onlus – ha invitato i cittadini al Macellum di Pozzuoli
I visitatori hanno giocato a Leisure, l’opera partecipativa che l’artista Niccolò Moronato ha pensato e realizzato durante la residenza a Pozzuoli, ospitata dalla rete di b&b diffusi Anyway Campi Flegrei – partner hospitality dell’associazione Attiva Cultural Projects, ente organizzatore degli Art Days – e da un premio di produzione offerto da Rossi – Studio legale e tributario, già sponsor dell’edizione 2021 degli Art Days.
Buche temporanee allestite per l’intera giornata trasformano il Macellum in un inusuale minigolf, cui si può accedere per giocare a piccoli gruppi.
Il momento partecipativo si inserisce nel più ampio quadro dell’opera, intitolata Leisure, che comprende anche un intervento scultoreo/installativo all’interno dell’area archeologica durante la settimana precedente l’evento.
Le curatrici di Art Days affermano: ‘È sempre una grande sfida lavorare con progetti di questo tipo: happening relazionali che si situano in un’area pubblica; la responsabilità dell’artista è tanto maggiore per la natura archeologica di questo prezioso e simbolico sito, ancor di più se si pensa che è letteralmente inglobato in una città viva e vibrante come Pozzuoli.
Niccolò Moronato – che la giuria multidisciplinare ha selezionato come vincitore del premio Art Residency – Flegreo per il Contemporaneo, bandito per la prima volta quest’anno in collaborazione con Aporema Onlus e il Parco Archeologico dei Campi Flegrei, è un artista votato ad azioni collaborative nello spazio pubblico, sua cifra stilistica ed impegno sin dagli esordi.
La sua ‘scommessa’ con il sito, la sua memoria ed i suoi abitanti, si compone di diversi step: dal 21 novembre la componente scultorea del suo progetto Leisure ha preso forma in vari punti dell’area archeologica restando agibile e visitabile da chiunque ha avuto accesso al Macellum, con l’obiettivo di suscitare curiosità e stimolo nella comunità che circonda o si trova a passare per il sito.
Il 27 novembre l’area verde del Tempio popolata di buche e mazze messe a disposizione dai mediatori culturali, che si occuperanno di coinvolgere e guidare i fruitori fornendo le regole di gioco.
Mentre adulti e bambini, amanti dell’arte e dell’archeologia hanno giocato, Moronato ha dialogato liberamente con loro sul valore dell’opera e sul senso per loro di essere lì a prendervi parte. Il suo dialogo con i cittadini e con i visitatori dell’area è iniziato anche prima, invitandoli nei giorni precedenti a prendere parte al suo lavoro vivo.’
L’artista afferma: ‘La mia ricerca sul golf nasce qualche anno fa, quasi per caso: da tempo abitavo a Chicago e, per un inghippo burocratico, vi restai bloccato per due anni durante la pandemia. Per trovare pace, andavo spesso in bici fino a raggiungere un grande lago, passando per un parco cittadino al cui interno c’è un driving range, campo di allenamento per i tiri lunghi del golf, sport molto popolare negli USA.
La mia corsa spesso si interrompeva per il rumore iper-violento che fanno le palline quando vengono colpite dalle mazze: sembrano colpi di arma da fuoco. Il golf è uno sport violento sebbene sia, all’apparenza, una disciplina dall’estetica accomodante e “signorile”.
Effettivamente, se lo guardi dal punto di vista del campo, il golf appare come una dimensione che ingloba, mastica e trasforma il territorio su cui atterra in un paesaggio “da cartolina”.
A volte compiendo veri sacrilegi, come i campi da golf caraibici che sorgono su piantagioni un tempo lavorate da schiavi, o un campo, nell’Ohio, che sorge sopra un cimitero nativo-americano.
Inserire un campo da golf in una rovina romana è anch’esso un sacrilegio, che mi serve per poter riflettere su altri sacrilegi che spesso accadono nelle nostre città senza che ce ne rendiamo più conto.
È stato progressivamente soppiantato spazio pubblico come l’ho conosciuto, ad esempio: sgangherato, destrutturato, ma comunque inclusivo di differenti modi di socializzare e, soprattutto, non necessariamente legato a finalità commerciali.
Leisure riflette su come, da anni, la “rivitalizzazione” degli spazi pubblici sia sempre più appaltata all’industria del divertimento e dello svago, che privatizza, monetizza e sponsorizza la propria attività sui mezzi di comunicazione, creando un’immagine distorta, una realtà in cui si è turisti nella propria stessa città. Una visione dello spazio pubblico dalla quale sembra non esserci via d’uscita.